venerdì 26 marzo 2021

La Riserva Naturale del Ponte del Diavolo - Lanzo Torinese

Il Ponte del Diavolo

No, non quello in Toscana, e neanche quello a Venezia. 

Qui siamo in Piemonte, poco distanti da Torino. In particolare a Lanzo Torinese, un piccolo comune incastonato nell'omonima valle che ospita la Riserva Naturale del Ponte del Diavolo

La principale attrazione di quest'area protetta è proprio lui: il Ponte del Diavolo, o Pont del Roch (Ponte del Masso), come preferiscono chiamarlo i piemontesi. 

Il Ponte del Diavolo di Lanzo Torinese 

La sua costruzione risale al Medioevo. Siamo nel 1378 e la realizzazione del collegamento tra le due sponde del fiume Stura era già stata tentata per ben due volte, invano. In entrambi i casi infatti il ponte era crollato. Solo la terza volta fu un successo, tanto da alimentare leggende che ne attribuiscono la realizzazione al diavolo in persona.

Secondo le storie locali infatti, il diavolo avrebbe costruito in una sola notte quest'ambiziosa opera che riveste un importante valore architettonico, date le sue misure (37 metri di lunghezza, 15 metri di altezza e 2,5 metri di larghezza). In cambio però, il diavolo avrebbe preso con sé l'anima del primo che l'avrebbe attraversato. Gli abitanti allora, per cercare di ingannare il diavolo, fecero passare per primo un cagnolino. Ma il diavolo, accorgendosene subito, divenne furioso e sbatté violentemente i suoi possenti zoccoli sulle rocce circostanti, creando ampi solchi che ad oggi sono identificati con le "Marmitte dei Giganti".

In realtà, le così chiamate “marmitte” sono fenomeni geomorfologici che derivano dall'attività di erosione dei fiumi. Il termine marmitta per molti dialetti del Nord Italia significa "pentola". Infatti, secondo la credenza locale, il diavolo o i giganti, date le grandi dimensioni di queste marmitte, le usavano per cuocerci le loro minestre. 



Al di là della leggenda, in realtà, il ponte venne realizzato da maestranze locali, venendo anche a costare parecchio! Ben 1400 fiorini. Pensate che per ripagarlo venne imposta una tassa sul vino per ben 10 anni!  

Come già detto, l'Italia vanta di numerosi ponti denominati "del Diavolo". Tale denominazione è probabilmente dovuta all'architettura ardita. In particolare, il Ponte di Lanzo presenta una conformazione detta "a schiena d'asino". Secondo gli esperti che di certo ne sanno molto più di me riguardo l’architettura:
"tale assetto è dovuto alla volontà di attraversare con un arco a tutto sesto più ampio possibile il corso di un fiume, conformazione che fa aumentare automaticamente anche l’altezza al centro che supera così notevolmente quella delle spalle e delinea la forte inclinazione delle rampe. Ne risulta una sagoma dalla linea incurvata e dagli appoggi massicci in contrasto con il sottile spessore dell’arco in chiave."

Inoltre, in prossimità della chiave di volta, la linea superiore del ponte si acuisce, ricordando un arco gotico che risulta essere molto suggestivo immerso nel paesaggio naturale circostante.


La porta sul ponte
Ad oggi per attraversare il ponte, si passa sotto un’arcata che è quanto rimane dell'antica porta fatta costruire a fine 500. All'epoca, con l'imperversare della peste, si ordinò che venisse costruita una porta sorvegliata da guardie per evitare che forestieri si intrufolassero senza controlli, prevenendo così i contagi. Oggi della porta non rimangono tracce, se non l'arco appunto.

Oggi il Ponte rappresenta la principale attrazione architettonica della Riserva Naturale Ponte del Diavolo. Questa area protetta che si estende per circa 30 ettari è stata inserita nel sistema dei Parchi Regionali del Piemonte nel 1993. 

La Riserva offre la possibilità di dedicarsi a numerose attività, nel rispetto delle norme comportamentali per la conservazione dell'area. Infatti, vi sono diversi itinerari naturalistici e di trekking segnalati. Inoltre, si ha la possibilità di intraprendere attività di arrampicata guidata su roccia oppure escursioni didattiche. In aggiunta, una volta oltrepassato il ponte vi è anche un piccolo bar con tavoli all'aperto, in cui poter fare una sosta ristoratrice, godendosi le bellezze della natura e il paesaggio mozzafiato. In aggiunta se la temperatura lo permette, è possibile anche fare il bagno nella Stura e rilassarsi al sole, sulle rocce o sulla piccola spiaggetta, in quanto una volta oltrepassato il ponte si ha facile accesso alle rive del fiume. 

Per ultimo, ma non meno importante, una volta visitato il ponte e l'area circostante, si può approfittare per esplorare la cittadina medievale di Lanzo Torinese che con i suoi cunicoli, piazze grandi e piazzette, pare riportare indietro nel tempo.


I cunicoli della medievale
 Lanzo Torinese
 


Approfittatene per fare una sosta al Panificio storico di Lanzo, in attività dal 1855: il Panificio Rapelli. Qui potete trovare i prodotti tipici della zona prodotti in loco artigianalmente, come i dolcissimi Torcetti di Lanzo o le Paste di Meliga. Per gli amanti del salato, non può mancare l'assaggio dei tipici Grissini o della Toma di Lanzo. 





Insomma... la Riserva Naturale Ponte del Diavolo offre la possibilità di spendere una bellissima giornata nei pressi di Lanzo Torinese tra natura, storia ed inquietanti racconti popolari. 

Ma ditemi un po’... sono curiosa! Conoscete o avete mai visitato altri così detti Ponti del Diavolo?  

mercoledì 3 febbraio 2021

Bergamo - la città delle Fiabe


Buongiorno lettori! 

E ben tornati al nostro appuntamento 
con la rubrica "Luoghi Incantati di Italia".


Oggi voglio raccontarvi di una città in cui ho vissuto per due anni, da studentessa universitaria fuori sede. Una città che mi è entrata nel cuore da subito, e lì ci è rimasta. Una città che considero casa, rifugio, tranquillità. Una città incantata, che non posso fare a meno di amare e ricordare con grande malinconia.

Bergamo - la (mia) città delle Fiabe


Dedicare a questa città un solo post sarebbe riduttivo. Sarebbe anche impossibile raccontarvi attraverso i miei occhi questo luogo incantato esaurendo l'argomento in poche righe. Per cui, siccome sicuramente in futuro dedicherò altri post a Bergamo, ho deciso che in questo articolo vi presenterò la città in generale raccontandovi 5 curiosità!

1 - Bergamo alta e Bergamo bassa


Città Alta vista da Città Bassa
Forse non tutti sanno che Bergamo si sviluppa 
su due livelli: città alta e città bassa. Città Alta si sviluppa lungo le morbidi pendici di ben 7 colli diversi (esattamente come Roma!!), chiamati Colle Aperto, Colle di Rosate, Colle di Gromo, Colle San Giovanni, Colle San Salvatore, Colle Santa Eufemia e Colle San Michele del Pozzo. Città Bassa, invece, occupa il vallone sottostante. 


2 - Città Alta e le Mura Venete


La parte alta di Bergamo, Città Alta, è una vera e propria cittadina medievale. Pensate che è una delle poche città medievali italiane ad essere ancora oggi circondata dalle antiche mura difensive: le Mura Venete. Questa cinta muraria fu costruita a scopo difensivo sul finire del '500, nell'epoca in cui Bergamo era sotto il dominio della Repubblica di Venezia. Per questo sono chiamate mura venete. A partire dal 2017 le Mura Venete di Bergamo Città Alta sono Patrimonio Mondiale dell'UNESCO.


Le Mura Venete di Bergamo, Patrimonio Mondiale dell'UNESCO.


3 - Le 4 porte di Città Alta

Porta San Giacomo


Essendo circondata da mura, a Città Alta si accede attraversando le quattro imponenti porte ancora oggi ben conservate: Porta San Giacomo, Porta Sant'Alessandro, Porta San Lorenzo e Porta Sant'Agostino. 




Porta San Lorenzo



La mia preferita è sicuramente Porta San Giacomo, quella che ogni mattina attraversavo per raggiungere la mia Università.



Porta Sant'Alessandro






Porta San Lorenzo, Porta Sant'Alessandro e Porta Sant'Agostino sono attraversabili anche in macchina! 


Porta Sant'Agostino






Porta Sant'Agostino è la porta più vicina all'ex Monastero di Sant'Agostino, oggi sede dell'Università degli Studi di Bergamo. 






4 - Piazza Vecchia e il Campanone di Città Alta


Piazza Vecchia, con il Campanone, Palazzo della Regione,
Palazzo del Podestà e la Fontana Contarini


La piazza principale di Città Alta è sicuramente Piazza Vecchia. Su questa antica piazza si affacciano infatti i palazzi più importanti: lo storico Palazzo della Regione, il Palazzo del Podestà e Palazzo Nuovo, oggi sede della Biblioteca. Torreggia imponente sulla piazza la torre Civica, chiamata da tutti "Il Campanone". Alle 22.00 di ogni sera il Campanone risuona 100 rintocchi. Al centro di Piazza Vecchia zampillano le acque della Fontana del Contarini, con le sue due sfingi e numerose statue di leoni, che sorreggono tra le fauci la catena che delimita la struttura. 
Sotto il Palazzo della Regione si apre un porticato. Proprio li, sotto i vostri piedi, sul pavimento, potrete osservare un bellissimo esempio di Meridiana Solare. Se attraverserete il porticato, lasciandovi alle spalle Piazza Vecchia, arriverete in Piazza Duomo, dove potrete ammirare la Cattedrale di Sant'Alessandro, la Basilica di Santa Maria Maggiore, il Battistero e la meravigliosa Cappella Colleoni.

Piazza Duomo con la Basilica di Santa Maria Maggiore e il Battistero
e la Cattedrale di Sant'Alessandro.


5 - Porta Nuova e il Sentierone di Città Bassa


Porta Nuova e il Sentierone

Al centro di Città Bassa si apre Largo Porta Nuova. In passato, questa porta, realizzata per l'ingresso dell'imperatore d'Austria Ferdinando I, rappresentava l'accesso a Città Bassa. Oggi è il nucleo centrale di Bergamo bassa, brulicante di gente che entra ed esce dai numerosi negozi, bar, ristoranti, o che semplicemente passeggia lungo il famoso Sentierone, che collega l'odierna stazione ferroviaria centrale di Bergamo con Città Alta.


Come vi dicevo, questo è stato solo un accenno alla mia Città delle Favole

Vi do appuntamento ai prossimi post, con altre interessanti curiosità su Bergamo!


sabato 30 gennaio 2021

Recensione "Antica Madre" di Valerio Massimo Manfredi


 Buon sabato lettori!!

Bentornati al nostro appuntamento settimanale con i libri!

Oggi vi avverto.... sarà difficile... tanto difficile... perchè per la prima volta mi trovo a scrivere una recensione di un libro che non mi è piaciuto assolutamente!



Titolo
: Antica Madre

Autore: Valerio Massimo Manfredi

Genere: Narrativa storica

Editore: Mondadori

Pubblicazione: 2019

Pagine: 218

Prezzo di copertina: 13.00 €

Voto complessivo: 5,5


Trama: 

Numidia, 62 d.C. Una carovana avanza nella steppa, scortata da un drappello di soldati agli ordini del centurione Furio Voreno. Tra leoni, ghepardi, scimmie destinati a battersi nelle venationes, la preda più preziosa e temuta è una giovane, splendida donna con la pelle color dell’ebano, fiera e selvatica come un leopardo… e altrettanto letale. Voreno ne rimane all’istante affascinato, ma non è il solo: le voci che presto si diffondono sulla sua incredibile forza e sulla sua belluina agilità accendono il desiderio dell’imperatore Nerone. Per sottrarla a un triste destino, Voreno ottiene il permesso di portarla con sé come guida nella memorabile impresa che è sul punto di intraprendere: una spedizione ben oltre i limiti del mondo conosciuto, alla ricerca delle sorgenti del Nilo che finora nessuno ha mai trovato.
E sarà proprio nel corso di questa incredibile avventura, fra monti e vulcani, piante lussureggianti e animali mai visti, che Varea – cioè “solitaria”, come rivela di chiamarsi la donna – svelerà il proprio insospettabile segreto.

La mia recensione

Mi dispiace moltissimo... ma sarò sincera! Questo libro proprio non mi è piaciuto! L'ho comprato perchè era da tanto tempo che volevo leggere qualcosa di Manfredi, siccome non avevo mai letto nessun suo romanzo ed ero curiosa. Allora, mi sono lasciata attrarre dalla copertina meravigliosa, dal titolo e dalla trama che preannunciavano la predominanza di un personaggio femminile forte.... ma, forse, avrò sbagliato scelta!

Siccome la mia filosofia di vita mi porta a trovare sempre qualcosa di positivo in ogni circostanza, diciamo che non butto via proprio tutto il libro. 

Parto infatti con il dire che - comunque - la storia l'ho trovata abbastanza originale come idea di base, ma non mi è assolutamente piaciuto come viene sviluppata. Mi sembrava di leggere per alcune parti un libro, poi un fotoromanzo, poi un saggio storico... insomma, registri un po' vari che mi hanno proprio infastidita. Per questo non l'ho trovata per niente una lettura piacevole.. infatti ho fatto molto fatica a leggerlo. Non vedevo l'ora di finirlo, ma non tanto per arrivare alla fine della storia, quanto per togliermelo di mezzo... Mi dispiace essere così dura, ma mi urtava proprio! A parte i cambiamenti di registro, anche lo sviluppo dei personaggi è pressoché incomprensibile e più volte mi sono trovata a chiedermi il perché sviluppare in quel modo una vicenda... inserendoci di mezzo una storia di amore sbocciata dal nulla in maniera assurda! Poi i personaggi secondari sono comparse, che parlano, con dialoghi ping-pong, che manco un fotoromanzo... 


Una delle cose positive in alcuni punti sono state le descrizioni delle ambientazioni. I paesaggi in primis: il mondo incontaminato e la forza della natura africana in contrasto con le città romane. Poi, in generale, la resa dell'ambientazione storica, le descrizioni degli ambienti urbani così come dovevano essere nell'Antica Roma, le vesti, i costumi, etc. Manfredi ricostruisce questo mondo con grande maestria, sicuramente grazie alla sua immensa formazione e competenza storica. Inoltre, le vicende del romanzo, ambientate al tempo dell'incendio di Roma e della congiura di Pisone contro l'imperatore Nerone, sono prevalentemente basate sulle opere di Seneca e di Plinio.  Quindi assolutamente nulla da ridere sulla ricostruzione storica... 
Altra nota positiva, il design e la grafica del libro. Il disegno di copertina, realizzato da Diana Manfredi (la figlia dell'autore!) è davvero bellissimo. Inoltre, c'è anche un inserto con una cartina a colori a visualizzare nel complesso l'area in cui si sviluppa la storia.

Valuto positivamente anche il finale, in quanto, seppur l'abbia trovato un po' banale come lo sviluppo del resto della storia, almeno è un lieto fine.... 


La mia pagella



Originalità della storia: 7
Impatto emotivo: 2
Sviluppo personaggio principale: 4
Sviluppo personaggi secondari: 2
Scorrevolezza: 3
Ambientazioni: 9
Colpi di scena: 6
Finale: 7
Copertina/Design: 10


Comunque, Manfredi ha scritto anche molte altre opere prima di questo suo ultimo romanzo, per cui, magari, un domani, potrei riscattare questa recensione negativa! 

Voi, avete mai letto qualcosa di Manfredi? 
Come lo trovate?